Dalla clinica al laboratorio e ritorno - Parte 1

filiera-dental-team Il mondo dell'odontotecnica è spesso lasciato in secondo piano e rimane così sconosciuto ai pazienti, scopriamolo insieme. I pazienti delle cliniche odontoiatriche conoscono solo un lato di questa enorme industria, ma cosa succede all'impronta quando lascia una clinica, quali passaggi attraversa e come diventa una lavorazione finita?

Andare dal dentista è un appuntamento che non si prende mai a cuor leggero; un po’ per paura di provare dolore ed un po’ per la fretta di liberarsi del dolore, spesso si mette piede dentro lo studio ansiosi di lasciarlo il più presto possibile, sicuri però che dottori ed assistenti si occuperanno di tutti i particolari.

 

Ma cosa succede dopo che è stata fatta la diagnosi e che è stata presa l’impronta? Come fa quello stampo dei miei denti a diventare un ponte, un intarsio o magari una dentiera? Chi si occupa di produrre una lavorazione che rimarrà nella mia bocca per anni se non per sempre?

 

Normalmente queste sono tutte domande che le persone non si pongono proprio grazie al rapporto di fiducia che si instaura tra medico e paziente lasciando in ombra, a volte, l’industria odontotecnica nonostante il tempo e la cura per i particolari che occorrono, insieme a regole e requisiti meccanici che devono essere soddisfatti, anche per la più piccola e semplice lavorazione.

Proviamo allora a gettare un po’ di luce su questo settore tanto importante quanto sconosciuto ai più, seguiamo la strada che fa un’impronta dallo studio al laboratorio e poi di nuovo in studio. Seguiamo l'intera filiera produttiva del nostro laboratorio analizzandone e spiegandone i protocolli in modo che siano facilmente comprensibili.

È stata appena presa l’impronta, la visita è finita ed il paziente è libero di sciacquarsi la bocca, alzarsi dalla poltrona e raggiungere la reception per formalizzare la prestazione appena ricevuta fissando infine un nuovo appuntamento; nel frattempo il materiale plasmabile dell’impronta ha già iniziato ad indurirsi, un processo che in base al materiale utilizzato impegna da 1 a 5 minuti, riproducendo fedelmente ogni particolare della bocca del paziente.

A questo punto, il medico già perfettamente conscio della soluzione che vorrà adottare, compila una prescrizione con tutte le informazioni che servono al laboratorio per produrre il manufatto finale, includendo: il codice univoco del paziente, per evitare casi di omonimia, il materiale con cui è stata realizzata l’impronta ed i prodotti usati per lavarla e disinfettarla. Il medico indicherà anche il tipo di lavorazione da produrre, accompagnandolo con una breve descrizione; potrà indicare inoltre la situazione preesistente del paziente servendosi di uno schema che riproduce la dentatura umana, ed elencherà infine tutti i materiali allegati che accompagneranno l’impronta in laboratorio.

Un’altra indicazione che viene data al laboratorio, e che può sembrare trascurabile, è il colore dei denti. La riproduzione fedele di questa caratteristica è così complessa da richiedere una codificazione specifica spesso riprodotta in più scale cromatiche per indicare le diverse sfumature possibili; anche una piccola differenza di colore diventa evidente quando la protesi viene accostata al dente naturale e fare in modo che queste differenze non si notino richiede grande esperienza e capacità artigianale da parte dell’odontotecnico.

Con queste informazioni raccolte e ben catalogate, non resta che impacchettare con cura il tutto e farlo ritirare dal laboratorio. Dental Team srl, in base alla distanza da percorrere, invia i propri corrieri interni o si affida ad aziende esterne specializzate in spedizioni per garantire in ogni momento la cura del trasporto ed evitare danni o, peggio, smarrimenti.

 

I REPARTI

 

Una volta arrivato in laboratorio, il lavoro inizia il suo viaggio lungo una filiera produttiva cadenzata da fermate precise, la prima tra tutte è il reparto di logistica: in questa zona del laboratorio il lavoro viene spacchettato e si controlla che all’interno sia presente tutto il necessario per la lavorazione e che i materiali forniti siano congrui a quanto scritto nella prescrizione; alla fine il lavoro viene registrato nel gestionale informatico interno all’azienda avviandolo alla produzione.

È tempo di saggiare la validità del materiale fornito e se vi è mai capitato di dover tornare dal dentista solo per riprendere un’impronta è proprio perché l’originale non ha superato questo primo, importantissimo, controllo di qualità. Sbavature, danneggiamenti, mancanza di particolari: prendere un’impronta dei denti non è così facile come possa sembrare ed a volte può capitare che questo tipo di problemi la rendano del tutto inutilizzabile.

Se invece l’impronta supera questo primo controllo, il lavoro entra ufficialmente in produzione e la prima cosa da fare è colarla. Colare un’impronta, in gergo tecnico, significa semplicemente riprodurre un modello della dentatura del paziente usando una sospensione malleabile di gesso che si indurirà una volta colata, appunto, all’interno dell’impronta la quale fungerà da stampo vero e proprio. Nemmeno questo processo è esente da rischi, se la colatura non viene fatta a regola d’arte possono formarsi bolle o artefatti che inficiano la buona riuscita del lavoro, proprio per questo si usano strumenti come i piani vibranti per fare in modo che il gesso entri in ogni fenditura dello stampo e prodotti che facilitano il distaccamento del modello dall’impronta, per evitare di danneggiare l’originale.

Indurito e rifinito il modello inizia finalmente il processo produttivo della protesi, tradizionalmente la struttura della protesi sarebbe stata modellata in cera sul modello e sarebbe stata poi fusa in metallo in un piccolo crogiolo per essere infine rifinita e rivestita. Questa tecnica, detta di fusione a cera persa (o cast fusion) è ancora utilizzata per lavorazioni con strutture particolarmente complesse e che richiedono la capacità artigiana umana; anche se negli anni si è evoluta digitalizzandosi, questa tecnica è stata per lo più rimpiazzata dalla modellazione a computer delle strutture che vengono fresate dal pieno.

Il laboratorio Dental Team srl, in particolare, ha centralizzato l’intera produzione all’interno delle sue sedi e realizzando in proprio le intere lavorazioni ha un controllo immediato e totale su ogni fase della lavorazione, il processo di digitalizzazione infatti permette oggi di scansionare il modello in gesso, ovvero di riprodurlo in 3 dimensioni in ambiente informatico raggiungendo una precisione metrica nelle lavorazioni che fino a pochi anni fa era impensabile.

Tutto questo avviene nel reparto CAD-CAM, la quarta fermata della lavorazione all’interno della filiera che stiamo analizzando; qui il modello viene montato su una piastra e acquisito su computer tramite uno scanner specializzato. Questi scanner a luce strutturata illuminano il modello da diverse angolazioni mentre due piccole fotocamere scattano foto da diversi punti di vista permettendo al computer di realizzare un modello tridimensionale ad altissima precisione.

Ora non resta altro che modellare, tramite appositi software CAD, la struttura della protesi direttamente sul modello tridimensionale eliminando virtualmente qualsiasi imprecisione. Solitamente si pensa che questo tipo di lavorazioni sia in gran parte automatizzato grazie all’uso del computer, in realtà occorre una grande precisione e cura per i particolari per poter realizzare un modello tridimensionale personalizzato ed adeguato alla produzione. Questi requisiti di precisione rendono la modellazione 3D del tutto assimilabile alla capacità artigiana delle lavorazioni tradizionali.

La produzione materiale delle strutture avviene tramite fresatura; una volta istruita la macchina tramite un software CAM che “insegna” allo strumento come lavorare un particolare modello, partendo da un disco pieno del materiale, scelto in base alle necessità meccaniche ed estetiche richieste, si arriva ad una struttura pronta al rivestimento. I materiali che è possibile fresare sono molti e spaziano dal titanio, alla resina fino allo zirconio. La macchina in dotazione di Dental Team è una fresatrice a 5 assi di livello industriale specializzata per la produzione dentale, può utilizzare diverse frese e cambiarle secondo necessità in completa autonomia riducendo enormemente i tempi e i costi di produzione. Sempre all’insegna dell’ottimizzazione facciamo notare come vengano fresate diverse lavorazioni nello stesso momento, così da sfruttare pianamente il materiale e ridurre al minimo gli sprechi.

Ora la struttura è pronta, abbiamo in mano un semilavorato che calza perfettamente sul modello in gesso e che per essere finito deve solo essere rivestito per assomigliare in tutto e per tutto ad un dente naturale. L’accuratezza nella comunicazione del colore diventa a questo punto fondamentale; la struttura può essere rivestita in materiali silicati e compositi che sono prodotti in sfumature di colore codificate e che non possono essere modificate profondamente, mentre un’altra opzione è quella, più conosciuta, della ceramizzazione.
Questa pratica, richiede di rivestire la struttura in ceramica, strato dopo strato con diversi colori e sfumature per dare alla protesi un aspetto realistico e quasi indistinguibile dai denti naturali del paziente. Questa procedura è realizzata da ceramisti specializzati che per raggiungere le sfumature richieste utilizzano anche colori che potrebbero sembrare non adatti come rossi, verdi e blu. La ceramica viene infine fissata in forno, che trasforma la polvere in un rivestimento resistente e duraturo.

 

Dopo il passaggio di rivestimento la produzione si può considerare finita, ma prima di lasciare il laboratorio la protesi deve attraversare e superare altre tappe obbligatorie.

 

Prima tra tutte c’è l’ultimo controllo di qualità che analizza l’intera protesi al dettaglio per assicurarsi che non ci sia nessun tipo di problema. In questa fase, il reparto di controllo si occuperà anche di allegare alla lavorazione le relative conformità; Questi documenti, stampati in triplice copia, certificano la tracciabilità dei materiali utilizzati per la protesi e sono specifici per la lavorazione, riportano il numero di lotto di provenienza di ogni singolo materiale utilizzato per la protesi e vengono vidimate dal laboratorio odontotecnico. Per garantire completa trasparenza sulla lavorazione le tre copie vengono distribuite tra laboratorio, studio dentistico e paziente.

A questo punto la lavorazione raggiunge il reparto amministrativo che si occupa della sua fatturazione ed infine torna al reparto logistico dove la lavorazione viene preparata per la spedizione. Viene controllato che siano presenti tutti i materiali e le prescrizioni originali, vengono allegati i modelli realizzati, la documentazione e tutto viene impacchettato con cura usando anche materiali di protezione per il trasporto. Una volta spedito, secondo le tempistiche definite a monte, il lavoro arriverà in studio dove sarà pronto per essere posizionato in bocca al paziente in sede di visita.

Vivendo come pazienti solo la prima e l’ultima parte di questo lungo processo non non sembra possibile riuscire ad immaginare quantità di lavoro che esiste per realizzare una protesi dentale, e questo processo viene ripetuto identico, quotidianamente per ogni singolo lavoro che arriva in laboratorio.

Abbiamo visto come il laboratorio odontotecnico sia cambiato rispetto al passato, con l’introduzione di strumenti informatici e macchinari industriali ad alta precisione, ma è sufficiente? Cosa succede quando l’innovazione tecnologia spinge con tanta insistenza verso il futuro? Come cambierà ancora questa industria? Nel nostro prossimo appuntamento affronteremo gli investimenti effettuati nelle nuove tecnologie Sviluppate e ottimizzate per inserirse in questa filiera produttiva; nel prossimo articolo saremo felici di aiutarvi a sbirciare in questo futuro tanto nascosto quanto importante.

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